Credo di non aver mai distinto totalmente la figurazione dagli altri linguaggi della rappresentazione. Mi piacciono le convergenze, l'utilizzo di diversi principi all'interno di dinamiche che possono aprirsi a nuove possibilità. Figurazione, astrazione, pittura, disegno, sono modi diversi di suonare la stessa tastiera.

Detto questo, una personale inclinazione mi predispone naturalmente all'utilizzo di immagini figurative, che ricerco e osservo per la realizzazione dei miei lavori. Ciò che più mi interessa è il raggiungimento di una sensazione, piuttosto che l'analisi descrittiva del reale. Auto in sosta, scorci urbani, alberi di città, sono elementi utili ad una rappresentazione traslata e assumono un carattere prevalentemente evocativo.

Mi rendo conto che oggi la figurazione è vista con sospetto, porta sulle spalle il peso di un passato ineguagliabile ed è pressata da una diffusa tendenza nel considerarla inadeguata ad esprimere i caratteri della contemporaneità. Ma cosa è la contemporaneità se non una nostra creazione? Il suo significato è impreciso. Si tratta senz'altro di una qualità che vorrei raggiungere, ma non voglio anteporla a tutto come un problema da risolvere, semmai arrivarci per gradi attraverso lente scoperte.

Andrea Mangione

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