IT
Alfredo Pirri e nato nel 1957, Vive e lavora a Roma (I)
La pratica artistica di Alfredo Pirri (Cosenza, 1957) si pone all’attenzione italiana e internazionale a partire dalla metà degli anni ottanta con alcune mostre in cui espone le squadre plastiche, opere che manifestano la sua poetica e la sua visione estetica declinandosi negli anni successivi in una varietà di materiali, forme e contesti differenti. Il tratto distintivo espresso con queste opere è il loro rendere indistinguibile il confine fra parete e spazio aperto, superficie e volume, staticità e movimento attraverso le vibrazioni della luce e l’energia della pittura. Nella prima metà degli anni ottanta, i suoi interessi sono molteplici: dall’elaborazione collettiva della rivista Intervallo, al disegno plastico visuale per gli spettacoli della compagnia Krypton – Eneide, 1982, Angeli di luce, 1985 alla realizzazione di video fra cui: Il dialogo delle due rose, 1985, con un testo dello scrittore Edmond Jabes, Gli effeminati intellettuali, 1988, ispirato al testo di Mishima Yukio, attraverso cui Alfredo Pirri esplicita il senso etico che l’arte e l’essere artista comportano, oltre che il suo interesse per la letteratura e il racconto. Alfredo Pirri crea spazi fisici e di pensiero che offrono la possibilità di riflettere sulla pittura in un periodo connotato dalla figurazione citazionista in Italia, dall’espressionismo in Europa, dal graffitismo negli Stati Uniti e dal diffondersi della tecnologia come strumento e linguaggio artistico autonomo. Consapevole dell’impossibilità di agire dentro un’identità generazionale non più esistente (come era stato per gli artisti di generazioni precedenti) o ancora da costruire (come sarà per gli artisti degli anni novanta), Alfredo Pirri, propone, controcorrente rispetto alla leggerezza postmoderna degli anni ottanta, un’operatività che impegna lo spettatore a collocarsi nello spazio percettivo della mostra in una maniera mobile e sensitiva che ne mette in crisi non solo lo sguardo ma anche il corpo e il suo equilibrio. Questo aspetto rimarrà costante nel suo lavoro anche negli anni successivi, ad esempio nelle installazioni realizzate negli ultimi dieci anni, della serie Passi (Certosa di San Lorenzo, Padula, Salerno, 2003; Ninfeo di Villa Guastavillani, Bologna, 2005; Chiesa del Suffragio, Pesaro, 2006; Foro di Cesare, Roma, 2007) realizzate in luoghi caratterizzati dalla storia passata, con l’utilizzo di grandi superfici di specchi disposti a terra che si infrangono sotto i piedi dello spettatore, dandogli il senso di appartenere ad un paesaggio temporale che viene in continuazione modificato dalla sua stessa presenza ed azione.
EN
Alfredo Pirri was born in 1957, he lives and works in Rome (I).
The artistic practice of Alfredo Pirri (Cosenza, 1957) first came to Italian and international attention in the mid-1980s with a number of exhibitions in which he exhibited his SQUADRE PALSTICHE, works that manifested his poetics and aesthetic vision, declining in subsequent years in a variety of different materials, forms and contexts. The distinctive feature expressed by these works is their rendering indistinguishable the boundary between wall and open space, surface and volume, static and movement through the vibrations of light and the energy of painting. In the first half of the 1980s, his interests were manifold: from the collective elaboration of the magazine Intervallo, to the visual plastic design for the shows of the Krypton company - Eneide, 1982, Angeli di luce, 1985 to the creation of videos including: Il dialogo delle due rose, 1985, with a text by the writer Edmond Jabes, Gli effeminati intellettuali, 1988, inspired by the text by Mishima Yukio, through which Alfredo Pirri makes explicit the ethical sense that art and being an artist entail, as well as his interest in literature and storytelling. Alfredo Pirri creates physical and thought spaces that offer the possibility of reflecting on painting in a period marked by citazionismo figuration in Italy, expressionism in Europe, graffiti art in the United States and the spread of technology as an autonomous artistic tool and language. Conscious of the impossibility of acting within a generational identity that no longer existed (as it had been for the artists of previous generations) or that was still to be constructed (as it would be for the artists of the 1990s), Alfredo Pirri proposed, against the current of the postmodern lightness of the 1980s, an operativity that committed the spectator to placing himself in the perceptive space of the exhibition in a mobile and sensitive manner that challenged not only his gaze but also his body and its balance. This aspect will remain constant in his work in subsequent years, for example in the installations he has made over the last ten years in the series Passi (Certosa di San Lorenzo, Padula, Salerno, 2003; Ninfeo di Villa Guastavillani, Bologna, 2005; Chiesa del Suffragio, Pesaro, 2006; Caesar's Forum, Rome, 2007) made in places marked by past history, with the use of large surfaces of mirrors placed on the ground that break under the viewer's feet, giving him the sense of belonging to a temporal landscape that is continually modified by his very presence and action.